I libri dei Sogni

 

Al mattino quando mi sveglio ho circa dieci secondi per scrivere un sogno. Solitamente penso: <<ma no dai, questo è così vivido che lo ricorderai per sempre!>>. Cedo a quella voce e sbaglio: mi basta muovere la testa sul cuscino che il sogno è volato via.
Cosa fare in quei dieci secondi? A volte faccio sogni lunghissimi, trame di film. Come memorizzarle tutte in dieci secondi?

Ricordare i sogni con un linguaggio inventato

La tecnica che usai riuscii a sbloccare molti ricordi baipassando tutte le censure mentali. Accadeva spesso che gli scarabocchi che facevo appena sveglio riuscivano a fissare la memoria ma se dopo qualche ora provavo a tradurli in parole, il ricordo si frantumava. Il sogno è un essere vivente molto sensibile, non vuole essere catturato se non da mani delicatissime.

Ispirato dal Codex Seraphinianus di Luigi Serafini volli provare a usare un linguaggio inventato per tradurre gli scarabocchi in testo e solo successivamente tradurre nuovamente tutto in italiano. L’esperimento inizio a settembre del 2015 e terminò qualche mese dopo dando vita al Libro dei Sogni.

All’epoca non disegnavo, gli ultimi disegni che avevo fatto risalivano alle scuole elementari. Cominciai allora a prendere gusto e ad usare quel linguaggio inventato per svariati usi tra cui quello inverso all’uso che me lo fece inventare: dimenticare. Ma questo è un’altro capitolo.


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Il libro dei Sogni

Il primo libro dei sogni è fedele all’intento sopra descritto; descrivo il metodo, le intenzioni e traduco tutti i disegni in parole. E’ un libro labirintico e sostanzioso. I libri successivi avrei potuto unirli tutti in un volume. Non l’ho fatto per ragioni di inventario che non sto qui a spiegare. Lo farò se necessario.

Il secondo ed il terzo libro sono creati con la tecnica dell’assemblaggio simbolico. Vi spiego: un simbolo è come una parola. Ogni parola ha un significato ma ne acquisisce un’altro quando viene affiancata ad un’altra parola. Poniamo un libro di disegni di 60 pagine. Cio che ho fatto è disegnarle separatamente e poi accoppiarle due a due. Ne escono trenta coppie. La coppia descrive uno scenario non previsto e fresco. Non mi resta a quel punto che “unire i punti” e creare un nesso tra i fogli.Il quarto libro è un’esperimento narrativo. Gli scarabocchi-schizzi mi aiutavano a memorizzare visioni remote. Riguardandoli potevo trovare delle parole per descrivere il flusso di associazioni emotive. Una spece di viaggio in prima persona trai disegni.

 

In questo quarto libro comincia a presentarsi “il problema dei sistemi”. E’ una cosa che pensavo di essermi lasciato alle spalle dai tempi della mia casa museo. In pratica alcuni oggetti od oggetti iniziano a comunicare tra loro ed imprimersi tanto forte nella mente da trasformarsi in sostanza, conglomerati simili a parole. Queste parole iniziano ad intrecciarsi e diventare parte del modo di pensare. Non si pensa più in parole ma usando quei simboli. E’ una cosa molto semplice in realtà ma pericolosa per la mia mente. Dopo un po comincio a sentirmi letteralmente posseduto da questi mondi. Di volta in volta il mondo che si crea diventa geloso della realtà, possessivo e spesso l’unico modo per recuperare la libertà è “ammazzarli”.
Ho chiamato questo processo “gestazione paranoico maniacale” perchè i paranoici riescono a vedere solo uan cosa per volta, si fissano, diventano maniacali. Il parto coincide con la morte. Nel mio caso si è sempre trattato di aborti fatti nascere prematuri per non soffrire. La mia sfida creativa è allungare sempre più la capacità di trattenere qualcosa in me senza impazzire, proteggerla senza odiarla, usarla senza farmi usare.

Agosto 2017 comincio a realizzare alcuni protofilm con Daniele Lotrecchiano. Nello stesso periodo stavo lavorando ad alcuni disegni. Un film può contenere immagini, disegni ed animazioni. Un film può anche contenere poesie e racconti. Il film che creai si chiama “Studio di un film” (ennesimo aborto paranoico maniacale) e i disegni di questo quindo “libro” sono presenti come introduzione. Inclusi una piccola mostra di queste immagini per la proiezione di Krapp.

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Scritto da Amerigo Mancini

Il mio lavoro è una ricerca che va avanti da almeno vent’anni. Ho frequenti sbalzi di umore. Sono stato rincoglionito per molti anni. Anche tu lo sei stato. Forse lo sei ancora. Sputo su chi mi sta antipatico. Chi ha segreti verrà pubblicamente sputtanato.

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