musica
La musica è per me l’olio che facilita la fuoriuscita di parole censurate, il sottofondo che rende accettabile l’espressione di contenuti inaccettabili. E’ quindi lo strumento per confessarsi, un flauto ipnotico per la coscenza dell’esecutore.
Vale la stessa linea guida del rap o del blues solo che se il blues era armonia e il rap metrica, il mio approccio è un’espressione libera verbale e teatrale seppur non eccessivamente intensa. Se la trance indotta dalla musica è forte si puo assistere a scene drammatiche, a catarsi molto forti.
Condivido qui quattro tipi di esperimenti: 1) Canzoni improvvisate ma dotate della struttura tipica della canzone (ritornello, strofa, ..); 2) Improvvisazioni di storie e sonorità in gruppo; 3) Invenzioni di storie e musiche da solo; 4) Catarsi violente. Questo è il caso di un solo progetto: “Amerigo’s Hate” o come venne più tardi chiamato: L’Esercito dei Razionali, in assoluto l’esperienza più forte. L’assistente/agente/attore/musicista che è con li con me mi ha chiesto esplicitamente di cancellare il risultato ma non sono assolutamente disposto a farlo. Si tratta di un forte documento e solo gli scemi possono fraintenderlo.