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E’ l’anno che dedico a smantellare la vecchia casa museo. Vivo tra Barcellona e Martina Franca. Monto due mediometraggi uno dei quali privo di fantasia. Creo tre quaderni di fumetti onirici, metto a punto questo sitoweb. Stacco la spina tecnologica per tre mesi confontandomi con il mio lato oscuro dando vita a “Diario dell’Artista”. Leggo i tarocchi a cento signore. Veniamo al racconto:

Gennaio .. iniziò con tanta stanchezza. Stanco di saltare da una parte all’altra, di dovermi svegliare ogni giorno alle sette per non incrociare il padrone della scuola di inglese in cui vivevo. Si era un po stancato di me. Il giorno di natale mi era arrivata la notizia: Amerigo devi lasciare la scuola per i primi di gennaio. Intanto mi vedevo con F. ma progettavo di lasciare Roma. Mi serviva aria nuova.
A gennaio regalo i miei pochi oggetti ai senzatetto della stazione Tuscolana. Un fornetto a gas, tre coperte e qualche vestito. Il diciassette gennaio parto per Barcellona dove mi aspetta mio fratello. Ero felice di aver donato tutto ai senzatetto, mi sentivo leggero e avevo fatto una cosa buona. Nel frattempo spendevo notte e giorno in un centro commerciale e il frastuono della gente mi devastava. La strada è devastante sopratutto per questo: il rumore. Chi vive in strada non conosce il silenzio. L’impatto del continuo rumore sul cervello è in grado di demolirti lentamente. Di questo ne parlo quando visito il cimitero di Milano.
A Barcellona le cose vanno meglio, l’emozione nel vedere mio fratello è tanta e mista, confusa. Sono contento ed entusiasta ma anche molto infastidito dal dover essere li come uno straccione desideroso di lui sopratutto in termini materiali. Essere li era principalmente rubare un tetto e qualche certezza. Io non sono un ladro ma lo sono diventato. Si dice che l’occasione fa l’uomo ladro ed è verissimo. Il tempo a Barcellona passa, gli attriti storici e abituali con mio fratello proseguono. Con lui sono costretto ad interpretare il paladino della giustizia, il comunista, il difensore del politically correct, l’ipocrita. Questo è il ruolo che voglio interpretare quando sono in famiglia. Non indago ulteriormente sulle origini di questo mio comportamento. Me ne frego ed evito persone e cose che inseriscono nel mio agire istanze pilotate da chissà quale entità..

Marzo ..Comincio a dormire in strada, frequento la solita mensa serale e spesso – molto spesso – mangio gli avanzi dei clienti del McDonald. Nel primo periodo della permanenza ero completamente assorbito dalla creazione del fumetto “M di Muscolo”: schizzi e idee di una storia che ho messo nero su bianco. La produzione di questo fascicolo mi riuscchia l’energia come se fossi stato posseduto da una strega. Il risultato oggettivo giudicatelo voi. Posso solo dire che è diverso e lontanissimo da quanto mi ero prefissato. Dopo questa produzione mi rilasso e con molto piacere spendo il tempo a filmare cosce, occhi, gambe, colli e caviglie di passanti. Le mie giornate simulano quelle di un tranquillo studente: notte e giorno davanti al mio computer in una grandissima biblioteca. A Barcellona c’è Hel una vecchia conoscenza, un’artista. E’ una creativa e questo le dona un particolare magnetismo. Mi sento un po appiccicoso nei suoi confronti, cerco spesso di visitare casa sua e di creare insieme a lei qualsaisi cosa. Hel è anche l’ex di un mio vecchio amico. Sarà lei a prendersi un po cura di me negli ultimi giorni a Barcellona. Un giorno ero esausto e mi offrì un pranzo da lei cucinato e mi invitò ad usare la sua doccia per rinfrescarmi. Non mi lavavo da diversi giorni e quel bagno mi fece riaffiorare alla mente i ricordi di quando non ero un viandante. Pieno di malinconia lasciai quella casa..

Maggio ..Dopo qualche giorno però decido di lasciare Barcellona e tornare a Martina Franca dove mi aspettavano tutti gli oggetti e il mondo di creazioni da cui fuggivo: un’altra strega tentacolare. Molti dei miei rientri sono accompagnati da lutti, morti e avvenimenti eccezionali. Ad aprire la porta c’è mio padre che grida “Amerigo Ortolina sta avendo un’attacco epilettico”. Il cane di famiglia era rimasto paralizzato ed era in piena crisi epilettica. La faccenda per fortuna si risolse piano piano. Ebbi modi di dedicarmi all’operazione più difficile di tutto: mettere via i miei oggetti ed imbiancare le mura. Grazie ad alcune intuizioni riesco a farmi forza, stringere lo stomaco e buttare via le cose inutili salvaguardando però la memoria. L’attività di smantellamento della casa si intreccia con la creazione di due video. Il primo è un film che giravo simultaneamente al montaggio: Snowflake. E’ stato questo ad aprirmi un’universo nuovo e come al solito a risucchiarmi devastandomi. Il secondo è “Milano”. Stesso esito..

Settembre ..Terminato il montaggio di “Milano” mi sento vuoto. Si chiama depressione post-parto. Per consolarmi rispondo per finta a domande filosofiche fattemi da donne immaginarie. Fantasticare aiuta solo in parte, mi serve un vero interlocutore e non necessariamente consensiente o accogliente. Voglio rivolgermi agli editori di tutta italia cercando di farmi pubblicare i miei fumetti o qualche ingaggio come intervistatore comico. Mi dico: “Un progetto è realizzabile se ne parli ogni giorno con una o piu persone nuove per almeno un’ora”. Parlando parlando viene voglia di dire la verità e far uscire la frustrazione. Mando alcune lettere al sindaco e al presidente della repubblica. La solitudine si sconfigge cercando attivamente amici. Mando loro i miei videosaluti e pian piano la “macchina” si mette in moto. Ricevo diversi complimenti per i miei protofilm e una lettera da un’importante performer italiana che mi raccomanda ad un critico cinematografico: “fagli vedere tutti i tuoi film”. L’inattesa sorpresa mi da la carica per finire il progetto Snowflake lasciato penzoloni a giugno e ripreso con insuccesso ad agosto. In mezza giornata riesco ad assemblare tutti i frammenti dissociati dal corpo centrale e creo una versione che viene giudicata “funzionante, bellissima” dalla mia conoscente. Il critico cinematografico ne loda l’originalità ma dice anche “non propriamente nei miei gusti”. Rispetto quest’uomo e la sua gentilezza ed educazione..

..Parlare alla gente dei problemi e dei sogni serve. Provo a mettere in vendita il film ma non lo compra nessuno. Ho bisogno di qualcuno che accolga le mie parole come una benedizione e non come un fastidio. Non mi basta essere tollerato, voglio essere utile. Cerco una vecchia email in cui una ragazza (che mi farei volentieri) mi chiede di leggerle i tarocchi. Non le risposi perchè mi sentivo troppo coinvolto sensualmente. Trovo il desiderio di aiutarla. Faccio questo video e ricevo una lunghissima lettera di ringraziamento. Spronato dalle sue dolci parole cerco il modo di moltiplicare queste occasioni e la trovo. Inserisco un’annuncio in un famoso gruppo di facebook che si occupa di esoterismo. Dopo solo due minuti la mia casella è invasa da centocinquanta richieste di ragazze e donne che vogliono sapere se l’uomo che amano tornerà da loro. Eccitatissimo invento un sistema per darle le risposte che cercano e al contempo esprimermi creativamente con la musica, la voce e donando la mia esperienza di vita. Ne esce un impegno sovraumano: venti ore di videomessaggi registrati in soli tre giorni. Vado come un treno ai ritmi di un cartomante professionista. Le donne sono entusiaste delle mie letture-performance, creo un gruppo su facebook per contenerle: “Se Non Torna Mi Diverto”. Attualmente ha settantasette membri. La chiave delle mie letture e lasciar fluire le energie sessuali e fare mille apprezzamenti sulla bellezza di queste donne. Una però la prende male: “Nessuno mi ha mai parlato in questo modo! Sei scostumato”. Il suo feedback arriva quando gia prevedevo il declino. Dopo cinque giorni infatti tutti i miei progetti cominciano ad afflosciarsi. Per non perdere l’energia ed il momentum interrompo bruscamente con le letture e mi chiudo una giornata intera in casa a fare l’esperimento logorroico anticensura che chiamo “Confessioni di un Cartomante Segaiolo“. La serie funziona cosi: registro un video, lo taglio con un software automatico e lo pubblico su facebook per shoccare ed aprirmi alle donne dell’ “harem” dei tarocchi. Ho finalmente un mio piccolo pubblico e ricevo diversi apprezzamenti. Dopo ventiquattro ore arriva la prima critica da una ragazza che poi scopro essere una che voleva che la scopassi.

Ottobre A settembre avevo imparato che bisogna parlare agli altri e a volte aiutarli ma anche cercarsi di affermare. La cosa più importante però è fare tutto con maniacalità, intensità, impegno assoluto senza lasciare pause tra una comunicazione e l’altra. Cosi facendo si crea un vero fuoco interiore capace di farti fare l’impensabile. E’ la teoria dell’instantentismo applicata a tempi lunghi e quindi molto più potenti. Il calore che provavo alla fine delle Confessioni del Cartomante era tantissima. Tanta che decido di andare a Roma. Non mi preoccupo di niente, faccio il ticket e dopo due ore solo li che aspetto il bus. Conosco una donna bellissima georgiana, una fotomodella a dir poco provocante: alta, bionda, con gli autoreggenti. Le leggo i tarocchi e dice che vuole rivedermi. Sono letteralmente stordito da cio che ero riuscito a creare con quelle letture fatte alle donne. Tanto stordito che aimè, persi il bus. In soli ventiminuti il mio super umore precipitò nel polo opposto: rabbia, istinti di violenza verso la società e la vita. Non avevo i soldi per pagarmi il ritorno a casa. Cominciare ad elemosinare 0,50€ è stato terribile. I ricordi dei due anni passati in strada riaffiorarono immediatamente. La gente mi veniva addosso anche se solo cinque minuti prima mi sorrideva. La nostra energia viene percepita da chi ci passa attorno anche a distanza di cento metri. Viviamo in un videogioco energetico. Tornato a casa ho una quota di rabbia talmente grande da generare un’ennesimo sfogo su facebook. Insulto e minaccio di morte in modo generico tutti i creativi e promotori artistici. Loro è la colpa di aver creato una cultura così povera da essere cieca ai veri artisti indipendenti come me. Loro è la colpa della mia povertà, del fatto di non avere un centesimo in tasca nonostante sovraumani sforzi continui. Dopo mezz’ora vengo bloccato da facebook. Documento l’accaduto e mi accorgo che il blocco è parziale. Facebook deve valutare la potenziale pericolosità delle mie parole. Mi sbloccherà il giorno dopo ma ormai ho chiaro il mio ruolo: dire la verità, riconquistare il diritto di espressione e sfidare tutti quei mongospastici a cui prima chiedevo ascolto. Editori, galleristi, registi e chi piu ne ha piu ne metta. Ho scritto in vita mia piu lettere a loro che a mia madre e non ho mai ricevuto alcuna risposta. Tanto basta per vedere la loro bassezza. Sono nani che impugnano risorse piu grandi di loro. Poppanti spupiti di avere un bottino che non meritano. Stitici castrati che proteggono cio che hanno da ogni attacco. Non mi interessa quanto ci metterò ma il mio obiettivo è la libertà d’espressione. Le mie ambizioni creative posso realizzarle a costo zero modificando l’approccio. Non devo essere Holliwood, mi basta un viso parlante. I visi parlanti come quelli di Ciprì e Maresco, Holliwood con tutti i miliardi che ha non li trova. Percui i soldi non servono ad un cazzo. Ho tutto ciò che mi serve. Inizio a pubblicare video di denuncia espressiva contro il sistema dell’arte e della cultura. Allego messaggi di minacce alle mie produzioni. Prima tra tutte un montaggio sul personaggio Daniele Lotrecchiano: “Io Sono Dan”. Penso: <<Tentare di farsi accettare da una società odiosa è inutile>> percui mi chiedo: <<chi sarebbero i cittadini di una mia città perfetta?>> e mi vengono in mente ancora i film di Cipri e Maresco ed i suoi attori-personaggi. Decido allora di uscire per il paese armato di telecamera e cercare personaggi con cui interagire. Raccolgo qualche interazione ed alcuni footage che mi ripropongo di assemblare successivamente a tutti i videofootage fatti sia a Roma che a Barcellona. Un personaggio su tutti è “il Professor Schiettezza”. Siamo ai primi d’ottobre.

Esploro il tema dell’autocensura registrando video in cui parlo di faccende personali. In postproduzione censuro il video e lo pubblico. Ne esce fuori un discorso sgrammaticato cortissimo. Le cose che non posso dire in pubblico pesano molto. Decido di staccare la spina elettrica: mi scollego da internet e ripongo il portatile in cantina. Nel frattempo le condizioni della cagna di famiglia peggiorano fino a che, i primi di novembre, muore tra le mie braccia..

Novembre .. Seppellisco la cagna personalmente. L’esperienza mi segna. Seguono due mesi e mezzo di intenso lavoro di autoanalisi: scrivo, disegne e faccio performance casalinghe a cui do il nome di “PewFowmans”. I risultati vengono documentati in sei volumi cartacei pieni di immagini. I temi principali sono l’elaborazione del lutto, la morte, il sadismo, i residui organici del corpo (piscio, escrementi, sperma), l’erotismo, i sogni e l’energia erotica. In un breve viaggio a Roma sperimento il disegno-ritratto con una modella nuda.

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